Lessico acque reflue

Abitanti equivalenti

Il linguaggio tecnico distingue tre termini diversi:
• Abitante equivalente (a.e.)
• Abitante (a.)
• Popolazione equivalente (p.e.)
Come si distinguono?
• Abitante equivalente corrisponde al valore con cui si misura, progetta e costruisce l’impianto di depurazione
• Abitante corrisponde agli abitanti residenti effettivi nel bacino di utenza
• Il valore p.e. corrisponde all’inquinamento delle acque reflue degli stabilimenti industriali, piccole imprese (macellerie, panifici ecc.) e del turismo espresso in acque di scarico per abitante. In parole povere: le acque reflue di una macelleria corrispondono alle acque di scarico prodotte da 50 abitanti (tanto per citare un esempio). In questo modo il calcolo è più semplice.

Acqua estranea

Acqua di falda che penetra nelle tubature (perdite della canalizzazione), acqua penetrata irregolarmente attraverso allacciamenti difettosi (per esempio acqua di drenaggio, acqua piovana) o acque superficiali confluenti in tubature di acque reflue (per es. attraverso i chiusini dei pozzi di ispezione)

Aerazione

Apporto di ossigeno (ossigeno disciolto) nei bacini di aerazione, ad esempio tramite aerazione superficiale, aerazione forzata o fumigazione dell’ossigeno. Ciò si rende necessario per ottenere le giuste condizioni affinché i batteri e i microrganismi provvedano alla depurazione.

aerobico


Per "aerobico" si intende la presenza di ossigeno disciolto. Nella depurazione delle acque reflue si distinguono tre diverse condizioni: aerobiche, anossiche e anaerobiche. Un esempio di condizione aerobica in un impianto di depurazione è rappresentato dalle vasche di nitrificazione.

Aerosol

Termine generale per i gas, principalmente aria, contenenti particelle sottili, non riconoscibili al microscopio, solide e liquide. Non sono contemplate particelle di acqua e ghiaccio.

anaerobico

Si parla di condizioni "anaerobiche" se non è presente ossigeno né disciolto né legato. Un esempio di condizione anaerobica in un impianto di depurazione sono i digestori oppure, recentemente in impianti grandi e moderni, i bacini di rimozione biologica del fosforo.

anossico

A differenza delle condizioni "aerobiche", nel caso delle condizioni anossiche, non è presente ossigeno disciolto, bensì legato sotto forma di nitrato o nitrito che funge da fonte di ossigeno per i batteri durante la depurazione biologica. Esempio di condizione anossica in un impianto di depurazione sono ad esempio le vasche di denitrificazione.

Bacilli

I bacilli sono un sottogruppo dei batteri.

Bacini di aerazione

Nei bacini di aerazione le acque reflue e il fango attivo vengono miscelati. Qui avvengono vari processi di depurazione biologica. Il fango attivo deve essere mescolato continuamente, cioè 24 ore su 24, per tenere la massa batterica in sospensione e di conseguenza in contatto con le acque reflue, altrimenti i batteri si depositerebbero sul fondo e le acque reflue rimarrebbero in superficie, come nel caso dei bacini di depurazione secondaria. In questo caso chiaramente non viene effettuata alcuna depurazione.

Bacino di depurazione primaria

Vasca di sedimentazione per la depurazione meccanica delle acque reflue prima della depurazione biologica. Il fango generato in tal modo viene chiamato fango primario.

Batteri

Visti al microscopio, i batteri sono piccoli organismi presenti dappertutto nell’aria, nell’acqua e nella terra, così come nelle piante, negli animali e negli uomini. Dal punto di vista umano i batteri possono essere divisi in due grandi gruppi: i batteri utili si trovano principalmente nel terreno e nelle acque, mentre i batteri dannosi sono agenti patogeni di malattie infettive.

BOD5

Abbreviazione di Domanda Biochimica di Ossigeno. Rappresenta la quantità di ossigeno consumata dai microrganismi in 5 giorni per decomporre le sostanze organiche contenute nell’acqua a 20°C. Maggiore è la domanda di ossigeno, tanto più sporche sono le acque reflue.
Si tratta di uno dei valori di laboratorio più importanti e significativi nell’ambito della depurazione delle acque reflue. Viene utilizzato anche per controllare il grado di inquinamento biologico di un impianto di depurazione e inoltre, in questo modo, è possibile controllare il grado di efficacia della depurazione.

Botte a sifone

Manufatto di attraversamento che sottopassa un ostacolo come una condotta in pressione (per le acque reflue). L’impianto di depurazione della Media Val Venosta, ad esempio, dispone di una botte a sifone perché il collettore principale orograficamente scorre a sinistra dell’Adige e l’impianto di depurazione si trova alla sua destra. Per questo motivo le acque reflue riescono ad arrivare all’impianto tramite una botte a sifone sotto l’Adige.

Centrale termoelettrica a blocco

Si tratta di motori azionati con il biogas e collegati a un generatore di corrente. In questo modo nell’impianto di depurazione si produce corrente ad uso interno e si contribuisce a ridurre significativamente i costi per la corrente elettrica. Inoltre tramite lo scambiatore di calore, il calore prodotto viene alimentato nel circuito di riscaldamento dell’impianto di depurazione per riscaldare gli edifici industriali e i digestori.

COD

Abbreviazione di Domanda Chimica di Ossigeno. Più semplicemente COD è la quantità di ossigeno in mg necessaria per decomporre tutte le sostanze ossidabili in un litro d’acqua.
Il valore COD è, insieme ai valori BOD5 e NH4-N, il valore più importante per valutare la qualità delle acque reflue.

Decomposizione

Anche il processo di decomposizione nel digestore è un processo naturale e anche qui entrano in gioco i batteri che decompongono le singole sostanze in condizioni ottimali ottenute artificialmente. Il digestore viene riscaldato e rimescolato continuamente tramite lo scambiatore di calore e le pompe di circolazione, al fine di garantire una temperatura costante, tra 33 e 38°C a seconda dell’impianto e dell’inquinamento, e un buon mescolamento nel digestore. Il calore necessario a tal fine si ottiene tramite il recupero del calore dei motori a gas (centrali termoelettriche a blocco) o anche tramite l’impianto di riscaldamento.
In parole povere, nel digestore sono attivi due diversi tipi di batteri: un tipo decompone le sostanze che arrivano in forma di carboidrati, grassi e proteine in acido solfidrico (H2S), anidride carbonica (CO2), acidi ed eteri. Le sostanze che ne risultano verranno poi trattate ulteriormente e trasformate dai metanobatteri in biogas. Questo procedimento è abbastanza complicato ma avviene senza fare nulla di speciale; il tecnico dell’impianto di depurazione deve semplicemente monitorare tutto tramite indagini di laboratorio e cercare di ottenere tali condizioni.

Denitrificazione

Il termine denitrificazione designa la "trasformazione del nitrato in azoto", ovvero “la rimozione biologica del nitrato".
Per gli interessati: i batteri sono composti dalle sostanze di base, nitrato (NO3), idrogeno (H), azoto (N), ossigeno (O) e acqua (H2O). Ciò avviene però solo se non è presente ossigeno disciolto, al contrario della "nitrificazione". L’azoto risultante viene liberato allo stato gassoso, ovvero fuoriesce nell’atmosfera comeN2 (che ne è formata per il 78 %).

Depurazione delle acque reflue

Riduzione delle sostanze contenute nelle acque reflue mediante trattamenti di depurazione meccanici, chimici e biologici. Si parla spesso di impianto di depurazione meccanico-biologico-chimico. Con ciò si intende che l’impianto di depurazione prima depura preliminarmente le acque reflue in modo meccanico con un elaboratore elettronico, un dissabbiatore e un bacino di depurazione primaria, e successivamente, depura biologicamente le sostanze disciolte residue con batteri e microrganismi in bacini di aerazione o filtri percolatori. Inoltre per rimuovere il fosfato dalle acque reflue, si utilizza la depurazione chimica, l’aggiunta di sostanze chimiche che fanno precipitare il fosfato.

Digestori

Si tratta di contenitori in cui il fango grezzo si decompone in assenza di aria tramite microrganismi. Il prodotto finale dovrebbe essere un fango stabilizzato che non puzza più e non è più putrescibile. Viene poi trattato ulteriormente principalmente nella disidratazione dei fanghi.

Disinfestazione

Riduzione degli agenti patogeni nel fango e nelle acque reflue. Lo scopo è di ridurre il numero di agenti patogeni nel fango e nelle acque reflue in modo tale che essi siano epidemiologicamente sicuri. Il fango può raggiungere una stabilizzazione totale tramite procedimenti termici, (riscaldamento a 50-70°C o anche ad es. compostaggio in impianti di macerazione e bioreattori ecc.), o procedimenti chimici (aggiunta di calce). Entrambi questi procedimenti non vengono effettuati nell’impianto di depurazione della Media Val Venosta, in quanto, diversamente dall’Austria, lo spargimento dei fanghi di depurazione come fertilizzante in Italia è vietato. Il fango di depurazione deve essere trattato ulteriormente in impianti di compostaggio idonei o bruciato in inceneritori. Nelle acque reflue gli agenti patogeni esistono, così come nel fango, in forma di batteri, uova di elminti e virus. Gli impianti di depurazione biologica sono in grado di demolire gran parte degli agenti patogeni, senza però mai raggiungere una decomposizione totale. A questo scopo si dovrebbero costruire speciali impianti di sterilizzazione.
Come esempio vorrei citare quanto segue: "Indagini statistiche hanno indicato che la frequenza delle malattie tra il personale dei sistemi fognari e di depurazione non è superiore a quella di altre fasce della popolazione." (Riassunto dal manualetto “Der Klärwärter” di Erwin Stiere Manfred Fischer, Hirthammer, Edizioni München). La miglior protezione è una pulizia accurata, come dimostra la grande importanza che le si attribuisce nei regolamenti aziendali.

Dissabbiatura-Degrassatura

Dissabbiatura:
La dissabbiatura serve per rimuovere particelle grossolane e a grana più fine, come ad esempio la sabbia. La dissabbiatura aerata provoca, attraverso l’insufflazione di aria nella vasca, un vortice. Le particelle più pesanti dell’aria vengono sospinte verso l’esterno dalla forza centrifuga e rimangono in sospensione in una canaletta. Sopra il dissabbiatore corre ad intervalli regolari un ponte che aspira la sabbia dalla scolo con delle pompe e la trasporta al lavaggio. Anche la sabbia lavata viene portata alla discarica comprensoriale di Glorenza.
Degrassatura:
Nella degrassatura tutti gli oli e le sostanze oleose presenti in superficie vengono convogliate attraverso un ponte raschiafango in un pozzo e da lì pompate a intervalli di tempo regolari nella vasca di ispessimento preliminare.

Eutrofizzazione delle acque

Uso eccessivo di fertilizzanti in acque superficiali (soprattutto in acque stagnanti) tramite azoto e fosforo che favoriscono una crescita eccessiva di alghe e piante superiori. L’uso eccessivo di fertilizzanti nelle acque causa una crescita maggiore di alghe e altre piante acquatiche inferiori e, di conseguenza più materiale vegetale morto. Per ridurre questo materiale sono necessari molti batteri che consumano una quantità molto maggiore di ossigeno. L’ossigeno restante nelle acque non è più sufficiente alla sopravvivenza di tutta la flora e la fauna nei fiumi o nei laghi. Le acque in questo modo diventano acquitrinose e ristagnano. Colloquialmente si dice che le acque muoiono biologicamente.

Fanghi di ricircolo

Sono i fanghi attivi separati dall’effluente depurato nella vasca di sedimentazione secondaria e rimmessi nelle vasche di ossidazione.

Fango attivo

Si chiama così il fango creato biologicamente durante il processo a fango attivo.

Fango di supero

Fango di supero, formato durante i processi biologici, da rimuovere. Com’è noto, i batteri e gli organismi si riproducono in continuazione raggiungendo, con il tempo, un numero eccessivo. Il problema che ne deriva è che il nutrimento non è più sufficiente e la capacità di depurazione dell’impianto diminuisce. Per questo motivo, a intervalli regolari, si provvede a pompare una certa quantità di fango per portarla alla vasca di ispessimento preliminare per un ulteriore trattamento. La quantità è determinata sulla base di indagini di laboratorio.

Fango primario

Componenti solide (particelle fecali, pezzetti di carta e altre sostanze in sospensione più pesanti) che vengono separate dai reflui non depurati in un bacino di depurazione primaria. Nel gergo tecnico è definito fango primario.

Flocculante

Sono sostanze chimiche che consentono o accelerano il processo di formazione di fiocchi. Vengono utilizzate in tutti gli impianti di depurazione della Val Venosta nella fase di disidratazione dei fanghi. In poche parole, queste sostanze, dopo essere state mescolate in un recipiente contenente fango liquido, provocano immediatamente una netta separazione tra acqua e fango, si formano grandi fiocchi di fango che risultano più facilmente separabili dall’acqua.

Gas di decomposizione, biogas

Miscela di gas risultante dal processo di decomposizione, composta per circa il 70 % da metano (CH4) e per il 30 % da anidride carbonica (CO2). La miscela viene controllata continuamente in ogni impianto di depurazione e annotato. Questi controlli consentono di trarre delle conclusioni sul processo di decomposizione: maggiore è il contenuto di metano, tanto più valore energetico possiede il gas. Viene utilizzato nella maggior parte degli impianti per generare energia “verde”, spesso però anche solo per il riscaldamento di digestori ed edifici.

Griglia

Si tratta di dispositivi meccanici per la rimozione delle sostanze solide in sospensione (plastica, gomma, giocattoli, tamponi, assorbenti igienici, preservativi ecc.) dalle acque reflue. L’enorme quantità di detriti che arriva ogni anno nei depuratori della valle è davvero ragguardevole. Le quantità sono illustrate nelle relazioni annuali.

Griglia fine

Con questa macchina le quantità di materiale setacciato vengono nuovamente lavate e pressate. In questo modo si riduce considerevolemente la massa e si ottiene inoltre un prodotto finale relativamente pulito che finisce in discarica o che viene convogliato all’inceneritore.

IDA

È l’abbreviazione di Impianto di Depurazione delle Acque Reflue, nonché un’abbreviazione diffusa nella letteratura specializzata e nel linguaggio tecnico.

Ispessitore

Si tratta di costruzioni per la riduzione del contenuto di acqua nel fango sotto effetto della forza di gravità. Tutti i fanghi presenti nei processi di depurazione, (fango primario dai bacini di depurazione primaria, grasso dal degrassificatore, fango galleggiante dai bacini di depurazione secondaria, fango di supero dai bacini di aerazione), vengono raccolti nella vasca di ispessimento preliminare e addensati meccanicamente. Il fango si deposita sulla punta a forma di imbuto e l’acqua può scorrervi sopra. In tal modo si ottiene una riduzione del volume di circa l’80 %.

Lavatore di sabbia

Questa macchina funziona in modo simile al sistema di grigliatura fine. La sabbia contiene ancora molte materie organiche e se dovesse decantare inizierebbe a imputridire e quindi a puzzare. Per questo viene lavata in modo che rimanga solo la sabbia pulita.

NH4-N

Formula chimica che indica l’azoto ammoniacale. Confluisce nelle acque reflue con l’urea e viene rimosso anch’esso nel bacino di ossidazione.

Nitrificazione

Per nitrificazione si intende la "trasformazione dell’ammonio in nitrato" ovvero l’"ossidazione dell’ammonio in nitrato". Eliminazione di composti azotati.
Per gli interessati: i batteri che sciolgono ovvero trasformano l’ammonio vengono chiamati nitrificanti. A partire dall’ ammonio (NH4) e in presenza di ossigeno atmosferico (O2) essi danno vita ai nitriti (NO2), all’idrogeno (H) e all’acqua (H2O). In uno stadio successivo dal nitrito e dall’ossigeno libero essi creano come prodotto finale il nitrato (NO3). Anche il nitrato dovrà essere successivamente rimosso (guardate a tal proposito "denitrificazione")

Ntot.

Sigla usata in chimica per definire l’azoto totale. L’azoto delle acque reflue deriva principalmente dagli escrementi umani e viene misurato nei nostri laboratori come Ntot. Viene rimosso dalle acque reflue attraverso procedimenti di nitrificazione e denitrificazione.

postispessitore

Guardate ispessitore

Precipitazione chimica, precipitazione del fosfato, rimozione del fosforo

Conversione di particelle solubili delle acque reflue in forme insolubili attraverso una reazione chimica con una sostanza che provoca la precipitazione. Si tratta di un processo necessario poiché con la rimozione biologica del fosforo in condizioni normali non è possibile rispettare i valori massimi stabiliti dalla Provinica. Anche negli impianti della Val Venosta al processo biologico si accompagna l’utilizzo di reagenti chimici per consentire la precipitazione chimica dei fosfati.

Preispessitore

Guardate ispessitore

Procedimento misto – processo di separazione

2 diversi procedimenti per la derivazione dei detriti e dell’acqua piovana
• Procedimento misto: derivazione comune dei rifiuti e dell’acqua piovana in un canale
• Procedimento separato: derivazione disgiunta dei detriti e dell’acqua piovana in canali separati
Entrambi i sistemi hanno vantaggi e svantaggi: per esempio nel procedimento misto in caso di bel tempo il livello dell’acqua è molto basso a causa del maggiore diametro delle tubature e ciò comporta una minore velocità di scorrimento che può provocare la formazione di sedimenti e, in casi estremi, l’intasamento. Il vantaggio è chiaramente ravvisabile nel fatto che è sufficiente costruire e gestire una sola rete di tubature e i costi possono risultare inferiori. Nel procedimento separato invece si devono costruire e gestire due reti separate di tubature e quindi i costi aumentano. Tuttavia, con questo sistema si riduce la formazione di sedimenti e in caso di precipitazioni l’impianto non è sovracaricato.

Processo a fango attivo

Processo per la depurazione biologica delle acque reflue durante il quale il fango attivo viene unito alle acque reflue e aerato; il fango successivamente si deposita nei bacini di depurazione secondaria dove viene separato e in gran parte ricondotto al bacino di aerazione come fango di ricircolo. I bacini di aerazione, il sistema di aerazione, i bacini di depurazione secondaria e il trasporto del fango di ricircolo formano un’unità di ingegneria di processo, il “livello di depurazione biologica”. Il processo a fango attivo viene applicato in tutti gli impianti di depurazione del Comprensorio.

Ptot.

Abbreviazione usata in chimica per indicare il fosfato totale. I fosfati sono contenuti in tutti i detersivi e i saponi. Secondo la legge non devono superare un determinato valore (da noi pari a 2 mg/l), poiché altrimenti producono un eccessivo apporto di sostanze ad effetto fertilizzante nell’acqua con la conseguente proliferazione di alghe. Guardate a tal proposito "eutrofizzazione delle acque".

Rimozione biologica del fosforo

Nel linguaggio tecnico si usa l’abbreviazione Bio-F. Vengono stimolati determinati batteri del fango attivo tramite un apposito processo (condizioni anaerobiche), per assorbire maggiormente il fosforo. Il fosforo rinforzato accumulato nei microrganismi viene eliminato dalle acque reflue tramite il fango di supero.

Tempo di permanenza

Tempo teoricamente necessario al deflusso (tempo di deflusso) mediante una vasca o un contenitore. Esso viene calcolato con la formula: = V/Q (volume diviso quantità media di afflusso)

Valore pH

Il valore del pH indica la concentrazione di ioni di idrogeno. In poche parole significa che ci informa sul grado di acidità di una soluzione (grado di liquidità). La scala del pH va da 0 a 14; 0 indica una forte acidità (per esempio l’acido cloridrico, l’acido solforico..), 7 indica un valore neutro e 14 un alto tasso di alcalinità (per esempio soluzione di soda caustica). Tuttavia è interessante sapere che la differenza tra un valore e quello successivo non si misura con il fattore 1 ma con il fattore 10; semplificando ciò significa che un acido con pH 3 è 10 volte più acido di uno con pH 4.
Esempi di valori pH:
acido di batteria 1
succo di limone 2,4
acqua piovana 4,1
caffè 5
acqua piovana pulita 5,6
latte 6,5
acido gastrico 1,2-4
coca cola 2,5
birra 4,4

Un valore pH sotto la soglia del 4,3 danneggia il terreno.
Un valore pH inferiore a 4,5 distrugge quasi tutti i pesci.

Vasca di depurazione secondaria

Vasca di sedimentazione dopo le vasche di aerazione, nella quale avviene la separazione tra l’acqua depurata e i fanghi attivi. Questi ultimi vengono riportati nella vasca di aerazione, mentre l’acqua depurata sfocia nell’Adige.

Vasche a tracimazione

Vasche separate a tracimazione per processi di reazione.
Esempio: Per l’attivazione l’impianto di depurazione della Media Val Venosta dispone di due diverse strade, ciascuna delle quali ha 4 vasche (2 linie indipendenti con 4 vasche a tracimazione).

Vasche di ritenzione dell’acqua piovana

Servono per ridurre i picchi di afflusso di acqua piovana nel sistema misto e in quello separato.
L’impianto per la depurazione delle acque della Media Val Venosta dispone, per esempio, di una vasca di di ritenzione dell’acqua piovana posta immediatamente prima dell’effluente dotata di un volume di 153 m3. È evidente che di fronte alle enormi quantità d’acqua sia troppo piccola per raccogliere tutti gli scarichi che vi convogliano.
Il funzionamento può essere così riassunto: a pieno regime l’impianto della Media Val Venosta funziona con tutti e 3 i sedimentatori. Secondo l’autorizzazione dell’Ufficio tutela acque risulta che la quantità massima è così pari a 1.440 m3 di acqua reflua per ora. Deve risultare che questa quantità passa attraverso l’impianto e tutto ciò che è in eccesso deve convogliare verso la vasca di raccolta e può essere successivamente pompato nell’Adige attraverso uno sfioratore di emergenza. Ciò avviene tuttavia solo in caso di precipitazioni lunghe e persistenti. Le impurità più grossolane vengono trattenute e l’acque così trattata viene immessa direttamente nell’Adige.

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